Brasile,
Amazonas, bacino del Rio Negro
Il
Rio Negro nasce in Colombia con il nome di Rio Guainia e, entrando
in territorio brasiliano, si unisce presso Manaus al Rio Solimoes
a formare di fatto il Rio delle Amazzoni. Si tratta dell’unione
di un fiume ad acque “nere” (Rio Negro) ed uno ad
acque “bianche” (Rio Solimoes), i due fiumi scorrono
senza nescolare le proprie acque per ben 6 km nello spettacolare
“incontro delle acque” osservabile fuori Manaus.
Il Rio Negro è infatti caratterizzato – come suggerisce
il nome – da acque scure (vedi foto in basso), fortemente
acide (pH 3,5-4,5) per la massiccia presenza di acidi umici,
tannini ed altre sostanze acidificanti, in parte cedute dal
suolo ed in parte provenienti dalla foresta circostante (detriti
vegetali). La conducibilità non supera i 50 microSiemens/
cm. La forte acidità determina anche una relativa povertà
di queste acque, a causa della scarsità di sostanze nutritive
accentuata dalla difficoltà con cui i raggi solari riescono
a penetrare in profondità, rendendo ancor meno facile
lo sviluppo di un’adeguata vegetazione acquatica deputata
alla produzione primaria (fotosintetica) dell’ecosistema.
Caratteristica del Rio Negro (che oltre a Colombia e Brasile
fa parte anche dell’idrografia del Venezuela, collegando
i grandi bacini dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni
tramite il Brazo Casiguiare) sono le suggestive spiagge di sabbia
bianca finissima che costeggiano le rive lungo buona parte del
suo corso principale, che si sviluppa per circa 3.000 km, raggiungendo
una larghezza massima (all’altezza dell’arcipelago
delle isole Anavilhana) di ben 27 km.
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Vegetazione
acquatica e palustre (specie di interesse acquariofilo):
Cabomba aquatica, Ceratopteris pteridoides,
C.
thalictroides, Echinodorus horizontalis, E.
tenellus, Eichhornia
azurea, E. crassipes, Hydrocleys nymphoides,
Hydrocotyle
leucocephala, Limnobium laevigatum, Ludwigia
helminthorrhiza, Mayaca fluviatilis, Phyllanthus
fluitans, Pistia
stratiotes, Salvinia auriculata, Utricularia
gibba.
Pesci (specie di interesse acquariofilo): Osteoglossum
spp. (Osteoglossidae); Anostomus taeniatus,
Leporinus fasciatus (Anostomidae);
Paracheirodon axelrodi, P. simulans,
Hemigrammus
bleheri, H. schmardae, H. vorderwinkleri,
Hyphessobrycon socolofi, Elachocharax georgiae
(Characidae); Copella nattereri, Pyrrhulina
brevis, Nannobrycon unifasciatus, Nannostomus
beckfordi, N. eques, N. unifasciatus
(Lebiasinidae); Carnegiella marthae
(Gasteropelecidae); Colossoma macropomum,
Piaractus brachypomus, Serrasalmus nattereri
(Serrasalmidae); Boulengerella lateristriga
(Ctenoluciidae); Corydoras robineae,
Dianema urostriata (Callichthyidae); Phractocephalus
hemioliopterus, Perrunichthys perruno (Pimelodidae);
Peckoltia pulchra (Loricariidae); Aequidens
diadema, A. pallidus, Apistogramma agassizii,
A. gephyra, A. gibbiceps, A. hippolytae,
A. pertensis, A. regani, Astronotus
ocellatus, Cichla ocellaris, Nannacara
adoketa, Pterophyllum
scalare, Symphysodon discus (Cichlidae);
Eigenmannia virescens (Rhamphichthyidae).
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Un
acquario “Rio Negro”
Allestire un acquario che ricostruisca questo particolare biotopo
non è semplicissimo e dovrebbe essere riservato ad acquariofili
già abbastanza esperti. I pesci prediligono, almeno nell’ambiente
originario, condizioni di acqua nettamente acida (pH non superiore
a 5) e altrettanto tenera (0-1°dKH, 0-3°dGH), conduttività
10-80 microsiemens. In acquario, però, è bene non
imitare alla lettera certe condizioni ambientali, che causerebbero
una pericolosa instabilità dei diversi parametri: pH intorno
a 6, 2-3°dKH e 5-6°dGH sono valori comunque ottimali per
tutti i pesci e le piante, mentre la temperatura sarà compresa
tra 25 e 29°C (se vi sono discus non deve scendere sotto i
28°C). La vegetazione della foresta circostante cede all’acqua
stessa un’alta percentuale di acidi umici e tannino, e questa
particolare condizione può essere ricostruita introducendo
nel filtro della torba in granuli o fibre. Lo stesso materiale
può essere utilizzato anche come fertilizzante solido,
ponendolo al di sotto dello strato di sabbia quarzifera fine (bianca
o rosata) che costituirà il fondo. Un acquario tematico
di questo genere, se ci si limita a pesci di dimensioni ridotte,
può tranquillamente essere allestito in soli 80 l. Indubbiamente,
però, avere più spazio consente soluzioni, anche
dal punto di vista puramente estetico, di grande effetto, oltre
che più a vicine alla realtà dell’ambiente
cui ci si ispira per realizzarle. Le radici di torbiera, ad esempio,
dal bel colore marrone scuro, adeguatamente disposte a simulare
l’intreccio di vegetali sommersi dalle acque del fiume,
costituiscono un’ideale arredamento per questo genere di
vasca tematica e cederanno al tempo stesso preziose sostanze acidificanti.
L’uso della torba, oltretutto, conferisce all’acqua
un suggestivo e naturale colore ambrato che, non alterandone la
limpidezza, esalta le colorazioni di pesci come i tetra e i Ciclidi
nani.
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Opzione
A: vasca con coperchio 80x35x40 cm, 3 neon 25 W, filtro
interno biologico o esterno rapido, termoriscaldatore 150 W.
Piante: Cabomba
aquatica (centro e sfondo), Echinodorus
tenellus (primo piano), Mayaca
fluviatilis (centro), Salvinia auriculata (galleggiante).
Pesci: Paracheirodon
axelrodi o P. simulans (20), Nannostomus
eques (6), Corydoras robineae (4), Carnegiella
marthae (5), Apistogramma
agassizii (1 M + 2-3 F).
Opzione B: vasca aperta 120x50x60 cm, 3 lampade
HQL 125 W, filtro esterno rapido 800 l/h, termoriscaldatore
300 W, cavetto termico 50 W. Piante: Cabomba aquatica
(centro e sfondo), Echinodorus
horizontalis (centro), Echinodorus tenellus
(primo piano), Mayaca fluviatilis (centro), Ludwigia
helminthorrhiza, Echhornia
crassipes, Limnobium
laevigatum (galleggianti).
Pesci: Symphysodon
discus (1-2 coppie), Dianema
urostriata (4), Peckoltia pulchra (4), Hemigrammus
bleheri (15), Hyphessobrycon socolofi
(10).
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