Oceano
Indiano, Laguna Corallina
L'ecosistema della barriera corallina comprende una serie di
differenti "zone", caratterizzate da condizioni ambientali
(illuminazione, movimentazione dell'acqua, ricchezza di plancton,
ecc.) molto diverse. La laguna rappresenta la zona compresa
tra la cresta del reef e la terraferma, nel caso delle barriere
coralline costiere, o lo specchio d'acqua all'interno di un
atollo corallino. Si tratta quindi di una zona interna, parzialmente
isolata dal resto della scogliera corallina e caratterizzata
da una presenza limitata di correnti.
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Il ricambio d'acqua all'interno della laguna viene assicurato
prevalentemente dai flussi di marea e dalle correnti superficiali
provocate dal vento. Nella laguna, partendo dalla terraferma
e muovendosi verso l'esterno, sono frequentemente presenti foreste
di mangrovie, praterie di Fanerogame o di alghe, zone a fondo
sabbioso (o costituito da frammenti grossolani di roccia corallina)
con presenza di duomi e pinnacoli corallini isolati, per arrivare
infine alla piattaforma corallina e alla cresta del reef che
chiude la laguna stessa.
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Caratteristiche
fisiche e chimiche: Vista la complessità ed eterogeneità
degli ambienti compresi nella laguna corallina, anche i
diversi parametri ambientali possono subire significative
variazioni. Questo ambiente è comunque più
stabile, nel tempo, di quello costituito dall'adiacente
piattaforma corallina, sottoposta a variazioni di livello
spesso drammatiche per l'azione delle maree, con numerosi
suoi abitanti "a secco" per diverse ore ad ogni
bassa marea. A causa della scarsità di correnti e
della profondità solitamente non eccessiva, nella
laguna si possono registrare temperature sensibilmente superiori
rispetto alla media della barriera corallina, valori intorno
ai 28-30°C non sono eccezionali e dunque molti suoi
abitanti possono rivelarsi assai più tolleranti alle
elevate temperature estive dei nostri acquari rispetto a
pesci e invertebrati della barriera esterna. La densità
può subire invece variazioni notevoli se, come avviene
di frequente, presso la laguna è presente un estuario,
spesso associato al mangrovieto: molti organismi che popolano
la laguna sono infatti eurialini, in grado cioè di
adattarsi rapidamente a salinità differenti.
Vegetazione
algale: Caulerpa brachypus, C. cupressoides, C. racemosa,
C. scalpelliformis, C. sertularioides, C. taxifolia
Invertebrati
(Specie di interesse acquariofilo): Clavularia viridis,
Cornularia sp. (Antozoi Stoloniferi); Cavernularia
obesa (Antozoi Pennatulacei); Sphaerella krempfi
(Antozoi Alcionacei); Trachyphyllia geoffroyi, Catalaphyllia
jardinei (Antozoi Madreporari); Discosoma spp., Amplexidiscus
fenestrafer (Antozoi Corallimorfari); Entacmaea quadricolor
(Antozoi Attiniari); Pachycerianthus spp. (Antozoi
Ceriantari); Sabellastarte sanctijosephi (Policheti);
Tridacna derasa (Molluschi Bivalvi); Calcinus
elegans, C. gaimardii (Crostacei Anomuri); Panulirus
ornatus (Crostacei Anomuri); Holothuria edulis, Pseudocolochirus
violaceus (Echinodermi Oloturoidei); Oreaster nodosus,
Protoreaster lincki, Celerina heffernani, Nardoa gomophia,
Echinaster luzonicus (Echinodermi Asteroidei); Asthenosoma
varium, Toxopneustes pileosus (Echinodermi Echinoidei).
Pesci
(Specie di interesse acquariofilo): Taeniura lymma
(Dasyatidae); Ginglymostoma cirrhatum (Ginglymostomidae);
Chiloscyllium griseum, C. punctatum, C. plagiosum
(Hemiscylliidae); Rhinobatos armatus (Rhinobatidae);
Doryrhamphus dactyliophorus, D. jannsi, Syngnathoides biaculeatus,
Hippocampus kuda (Syngnathidae); Dendrochirus zebra,
Pterois antennata, Taenianotus triacanthus (Scorpaenidae);
Inimicus filamentosus (Synanceiidae); Sphaeramia
nematoptera (Apogonidae); Platax orbicularis, P.
pinnatus, P. teira (Ephippidae); Chaetodon auriga,
C. lunula, C. trifasciatus, Heniochus acuminatus, H. monoceros
(Chaetodontidae); Chaetodontoplus mesoleucus, Euxiphipops
xanthometopon (Pomacanthidae); Amphiprion sebae,
A. ocellaris (Pomacentridae); Coris aygula (Labridae);
Meiacanthus smithi (Blenniidae); Synchiropus stellatus
(Callionymidae); Nemateleotris magnifica, Ptereleotris
evides, P. microlepis (Microdesmidae); Acanthurus
leucosternon, A. lineatus, Zebrasoma scopas, Z. desjardini
(Acanthuridae); Bothus mancus, B. pantherinus (Bothidae);
Pseudobalistes fuscus, Balistapus undulatus, Sufflamen
chrysopterus (Balistidae); Oxymonacanthus longirostris,
Cantherinhes pardalis (Monacanthidae); Ostracion
cubicus, Lactoria cornuta, Tetrosomus gibbosus (Ostraciidae);
Canthigaster solandri (Tetraodontidae).
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Un
acquario "laguna corallina"
L'acquario
di laguna che qui si vuole descrivere, uno dei più semplici
da realizzare, è quello che riproduce all'interno di
una vasca un fondale sabbioso, con presenza di duomi di roccia
o pinnacoli isolati. È il tipico "paesaggio"
che può incontrarsi anche in acque piuttosto basse, a
volte straordinariamente limpide: in mezzo a una distesa di
sabbia si ergono piccole formazioni rocciose di origine, ovviamente,
corallina e di forma rotondeggiante, che costituiscono, per
tutti gli invertebrati sessili, una solida base su cui svilupparsi
e una vera e propria "attrazione" per Pesci, Crostacei,
Molluschi ed Echinodermi che vi trovano rifugio e di che alimentarsi.
Un tale acquario, ben sviluppato in lunghezza (150x60x60 cm)
sarà quindi dotato di un ampio fondo di sabbia corallina
dello spessore di 5-10 cm (lo spessore sarà inversamente
proporzionale alla granulometria della sabbia), che occuperà
circa i 2/3 della superficie di base, mentre la parte restante
sarà occupata da un grosso duomo di roccia, realizzato
con rocce vive di prima qualità, che, a seconda dei gusti,
potrà assumere un aspetto più o meno verticalizzato
o arrotondato. È essenziale, per la realizzazione di
tale sistema, la qualità delle rocce vive e l'utilizzazione,
almeno in parte, di sabbia viva, possibilmente prelevata da
un analogo acquario. Il letto di sabbia, infatti, oltre ad assicurare,
insieme alle rocce vive, i processi di nitrificazione e denitrificazione
batterica, rappresenta in un tale acquario un elemento fondamentale
per la stabilità del sistema, grazie alla microfauna
che si svilupperà nei suoi interstizi. E' essenziale
ospitare nell'acquario tutti quegli organismi detritivori o
scavatori che si occuperanno del mantenimento in salute del
fondale: piccoli paguri, oloturie, stelle, ecc. saranno i benvenuti
in un tale acquario, dove provvederanno alla rimozione dei detriti
e alla aerazione del fondo di sabbia, contribuendo a mantenerlo,
così come in natura, candido e privo di alghe filamentose
o cianobatteri. Nella parte della vasca più lontana dal
duomo di roccia verrà inserita della caulerpa, scegliendo
le specie più tappezzanti (come Caulerpa brachypus) o
quelle che possiedono fronde nastriformi (come Caulerpa scalpelliformis
e C. taxifolia), che col tempo potranno costituire una sorta
di piccola prateria, un ambiente favorevolissimo per lo sviluppo
di tutta una microfauna interessante sia da osservare sia per
il benessere dell'acquario nel suo complesso. La presenza di
una relativamente estesa zona di caulerpe costituirà
un elemento di grande
stabilità per il sistema, ma richiederà grande
cura da parte dell'acquariofilo, che dovrà provvedere
frequentemente alla loro potatura (in modo da limitarne lo sviluppo
e per impedire che esse si avvicinino troppo al duomo di roccia)
e provvedere alla loro immediata rimozione nel caso in cui esse
mostrino i segnali inequivocabili (una sorta di sbiancamento)
di una imminente fase di riproduzione sessuata.
Anche
se la stabilità del sistema e la qualità dell'acqua
(che dovrà in ogni caso essere ineccepibile) saranno
assicurate dalla triade "rocce vive-letto di sabbia-prateria
di caulerpe", la presenza di un piccolo schiumatoio rappresenta
una sorta di sicurezza e aumenta i margini di errore che l'appassionato
può eventualmente commettere, soprattutto nella fase
iniziale di allestimento: esso non dovrà essere assolutamente
sovradimensionato, in quanto l'ambiente che si vuole realizzare
richiede (e può sopportare) un carico di sostanze organiche
e nutrienti relativamente superiore a quanto normalmente prescritto
per l'acquario di barriera. Con una estesa prateria di caulerpe
e il contributo sostanziale di rocce vive e fondo di sabbia
si può in ogni caso stare tranquilli che la concentrazione
di ioni nitrato si manterrà a livelli pressoché
non misurabili. Oltre all'acqua di calce, utilizzata per compensare
l'evaporazione e a un complesso di oligoelementi e vitamine,
sarà necessario provvedere al reintegro specifico di
iodio, stronzio, ferro e manganese, che rappresentano gli elementi
principalmente consumati dal sistema nel suo complesso. Regolari
somministrazioni di fitoplancton favoriscono infine lo svilupparsi
dello zooplancton e di una ampia varietà di Spugne, Policheti
e altri organismi filtratori.
Sul duomo di roccia, isolato e circondato da sabbia bianca,
troveranno la loro giusta collocazione gli invertebrati sessili
di cui si è già parlato. La selezione andrà
effettuata in base al sistema di illuminazione di cui l'acquario
è dotato: in genere, volendo riprodurre un ambiente che
spesso si incontra a pochi metri di profondità, potranno
essere utilizzate lampade ad alogenuri di metalli alcalini con
una temperatura del colore non troppo centrata sul blu: se la
vasca è sufficientemente lunga da richiedere due lampade,
si potrà creare un gradiente di illuminazione, collocando
sopra la zona delle caulerpe una lampada che riproduca il colore
della luce solare (circa 6.000°K) e sul duomo di roccia
una leggermente più bianca (10.000°K, ad esempio),
corrispondente alle condizioni di illuminazione che si riscontrano
a qualche metro di profondità. Questo è equivalente
a creare un gradiente di profondità nell'acquario, come
se esso fosse in lieve pendenza e le caulerpe crescessero nella
zona meno profonda, più esposta alla luce solare. L'effetto
è molto bello e il differente colore della luce valorizza
al meglio sia le alghe che gli invertebrati. Un tale acquario
può anche essere illuminato con un numero adeguato di
lampade fluorescenti, ma in tal caso bisognerà usare
estrema cautela nella scelta degli invertebrati, limitandosi
a quelli che non richiedono una illuminazione estremamente intensa.
La movimentazione dell'acqua presente dovrà essere sufficiente
a impedire l'accumulo di sedimenti sulle fronde delle caulerpe,
senza essere comunque eccessiva. Anche se non indispensabile,
un moto impulsato nelle zona delle caulerpe può creare
un bell'effetto "onda", facendo oscillare ritmicamente
le lunghe fronde e propagandosi poi in direzione del duomo di
roccia. L'acquario così descritto, della capacità
lorda di circa 540 l, è adatto a due tipi di popolamento
alternativi: prevalentemente pesci (I) e prevalentemente
invertebrati (II).
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(I)
Pesci: Chiloscyllium punctatum (1), Taeniura lymma
(1), Taenianotus triacanthus (1), Inimicus
filamentosus (1), Platax orbicularis (1),
Chaeotodon auriga (2), Heniochus acuminatus (2),
Euxiphipops xanthometopon (1), Zebrasoma desjardini
(1), Lactoria
cornuta (1).
(II)
Invertebrati: Clavularia viridis (1-2 colonie), Cavernularia
obesa (1), Sphaerella krempfi (1), Trachyphyllia
geoffroyi (3), Catalaphyllia jardinei (1), Discosoma
spp. (3-4 colonie),
Entacmaea quadricolor (1), Pachycerianthus sp. (1),
Sabellastarte sanctijosephi (6), Tridacna derasa
(2), Calcinus spp. (10), Holothuria edulis (2),
Pseudocolochirus
violaceus (1), Celerina heffernani (2), Echinaster
luzonicus (2).
Pesci:
Synchiropus stellatus (1 coppia), Doryrhamphus dactyliophorus
(4), Hippocampus
kuda (1 coppia), Amphiprion
ocellaris (1 coppia), Nemateleotris
magnifica (1 coppia), Oxymonacanthus longirostris
(2).
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